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Gilardino segna il pareggio. Buon risultato per la Fiorentina

mercoledì 19 agosto 2009

NOTTE MATTA per la Fiorentina, che non chiude la partita quando potrebbe e si depotenzia nel secondo tempo contro uno Sporting poco irresistibile e addirittura in 10 nell’ultima mezz’ora per l’espulsione di Vukcevic. Le due facce viola diventano tre quando la difesa, lasciata sola dal resto della squadra in black out fisico, vive sul rischio continuo e becca due gol evitabili: difficile collegare questa Fiorentina al gruppo visto nel primo tempo, si cerca un colpevole o forse anche più d’uno, ma quando la partita sembra sciupata ci pensa Gilardino con un numero personale che vale (quasi) il passaggio del turno. Difficile restare sereni di fronte a una partita così spaccata.



E difficile — comunque — non cogliere l’importanza di un 2-2 in trasferta che accompagnerà la Fiorentina alla partita di ritorno del 26 agosto prima del passaggio ai gironi Champions. Il carattere si vede quando la Fiorentina sta bene. E nel finale Jovetic spreca la clamorosa possibilità del tris dopo un’azione personale. Sarebbe stato troppo?



I TIFOSI dello Sporting mandano subito una cartolina lunga trenta metri dal loro settore, uno striscione con la scritta «benvenuti fratelli viola», che potrebbe essere una gufata gentile oppure no, basta scegliere. Di sicuro sceglie bene Frey, che dopo 43 secondi intercetta il missile di Moutinho pronto a sciupare la partita viola (e sarebbe stato forse un disastro). Piccoli brividi prolungati, ma da lì nasce l’atteggiamento positivo della Fiorentina, che invece di impaurirsi — come forse avrebbe fatto in passato — cerca di restare alta e ci riesce. Non funziona tutto benissimo, ma finché regge il fiato lo spirito è quello giusto. Montolivo e Zanetti non sono fulmini, ma in genere sanno dove andare e come intercettare, ma nelle prime battute l’uomo più solido sembra Marchionni, che dà una mano al centrocampo, copre in chiusura (due diagonali da urlo) e riavvia le azioni; quella vincente che la Fiorentina confeziona al 6’ parte dal suo piede e prosegue con il lancio a destra per Gila, bravo a incrociare su Vargas: il dribbling su Pedro Silva consegna un buon rimpallo e il sinistro è di quelli veri. Rui Patricio può solo sfiorarlo basso prima che gonfi la rete.



FIORENTINA in vantaggio — abbraccio da film — e vicina al raddoppio grazie ai lanci innescati soprattutto da Zanetti, mentre lo Sporting continua a passarsela da squadra portoghese (bene in orizzontale a centrocampo) senza creare troppi pericoli a Frey. Che comunque è sempre in palla e se ne accorge Moutinho che forse vede già in gol il suo destro basso prima che i guantoni del portiere lo disinneschino in angolo (18’). Prima della sbandata della ripresa, la Fiorentina ha l’aria da killer quando riparte, magari non le riesce sempre di guadagnare i dieci metri che vorrebbe, ma l’atteggiamento è quello giusto; la squadra viola mette da parte due occasioni con Mutu e Comotto e si rammarica per non avere il Fenomeno in versione scintillante, perché negli spazi potrebbe far male davvero. Lo Sporting è spalmato in modo generoso e morbido alla ricerca del pari, riesce a far innervosire Gamberini e Dainelli (ammoniti) e nel finale di tempo si avvicina al pareggio con una girata bassa di Postiga. E’ un’avvisaglia. La Fiorentina va vicina al raddoppio con Marchionni (colpo di testa alto), ma poi subisce il pareggio per colpa di un rimpallo che lancia Vukcevic solo davanti a Frey. Il sinistro assomiglia molto a quello di Vargas, il portiere francese non può farci nulla. Vukcevic è già ammonito e si becca il rosso perché esulta togliendosi la maglia. Lo Sporting resta in dieci e la Fiorentina cambia Mutu con Jovetic nel tentativo di sfruttare meglio gli spazi. Ma a centrocampo la squadra regge sempre meno e Miguel Veloso — isolatissimo— dal limite trova un gran sinistro che batte Frey. Poi c’è poca Fiorentina. Ci pensa però Gila con un gran numero personale che porta la Fiorentina in parità: la Fiorentina si abbraccia come impazzita. Un abbraccio più grande del primo.

Il tabellino

SPORTING LISBONA (4-3-1-2): Rui Patricio, Pedro Silva (11’ st Pereirinha), Carrico, Polga, Marques (21’ st Caneira), Moutinho, Veloso, Vukcevic, Fernandez, Liedson, Postiga (35’ st Djalo). All. Bento.
FIORENTINA (4-2-3-1): Frey, Comotto, Gamberini, Dainelli, Gobbi, Zanetti, Montolivo (34’ st Donadel), Marchionni, Mutu (18’ st Jovetic), Vargas, Gilardino. All. Prandelli.
Arbitro: Kassai (Ungheria).
Marcatori: 6’ pt Vargas, 12’ st Vukcevic, 21’ st Miguel Veloso, 34’ st Gilardino.
Note: espulso Vukcevic, ammoniti Gamberini, Zanetti, Dainelli.

Via|lanazione.ilsole24ore.com

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Allarme temperature ! Reali sui 40° e Percepite fino a 46°

Il caldo torrido non si arresta e l'allerta 3 si allarga. Le città colpite dall'ondata di afa aumentano e saliranno a 13 venerdì. Coinvolte tutte le regioni dal nord al sud. I termometri hanno superato anche ieri i 35 gradi in molte città. L'allarme oggi interessa Milano, Roma, Brescia, Bologna, Latina e Perugia. Lo segnala il sistema di previsione e prevenzione del fenomeno promosso dalla Protezione civile.

Domani il caldo coinvolgerà anche Venezia, Firenze e Bologna, venerdì si aggiungeranno Bolzano, Civitavecchia, Messina, Rieti e Trieste. Dopo Messina, con 41 gradi, i termometri più bollenti si trovano a Latina (40 gradi), Civitavecchia (39), Milano e Bologna (38), Brescia e Firenze (37). Il ministero del Welfare ha attivato un numero verde per le emergenze: il 1500.

L'ondata di caldo durerà almeno fino a sabato ed è oggi la giornata in cui si avvertiranno i maggiori disagi con temperature percepite fino a 46 gradi, rileva il servizio meteo dell'Aeronautica. Complice l'elevato tasso di umidità, è nel Cagliaritano, nel sud della Sicilia e lungo la Riviera Romagnola che oggi si soffrirà maggiormente l'afa, con temperature percepite ben oltre i 40 gradi. Ma non andrà meglio in città: al momento tutte intorno ai 33-34 gradi, a Roma la colonnina di mercurio segna 36 gradi, Firenze è arrivata ieri a 39 e anche per oggi sono attese temperature simili. Rispetto alla temperatura reale, a questi valori vanno aggiunti un paio di gradi causa umidità. L'afa e il caldo torrido proseguiranno fino a tutta la giornata di giovedì. La situazione «migliorerà» a partire da venerdì quando una perturbazione atlantica porterà piogge, anche a carattere temporalesco, prima nella zona dell'arco alpino per poi sabato raggiungere l'area della pianura padana e il centro Italia. La perturbazione durerà almeno fino a domenica ma non riguarderà le regioni meridionali dove il tempo si manterrà bello per l'intera settimana.

Codacons. Allarme del Codacons, per quanto riguarda i medici di famiglia e gli ospedali. Secondo l'associazione «troppi medici di base sono in vacanza, proprio in questo periodo critico. I loro sostituti fanno orari ridotti e diversi dal solito e raramente fanno visite a domicilio. Rispetto agli ospedali, invece, si segnala che i pazienti sono stati costretti a farsi portare ventilatori da casa. Gli ospedali italiani, infatti, sono spesso vecchi e fatiscenti e, salvo che nei reparti di emergenza, mancano sistemi di ventilazione ed aria condizionata. Un inferno per i pazienti ammassati nelle stanze o peggio ancora sulle barelle e nei corridoi». Il Codacons «chiede che in tutti gli ospedali italiani ci sia almeno un ventilatore per ogni stanza».

Via |ilmessaggero.it

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Ho dovuto denunciare l'infermiera per l'iniezione letale

Polo a righe, l´aspetto stropicciato, cinque parole ripetute allo sfinimento: «Non ho avuto altra scelta». Il dottor Carlo Alberto Castioni, 45 anni, da nove in servizio al reparto Rianimazione del San Giovanni Bosco, è il medico che ha fatto un esposto alla procura per segnalare che un infermiera avrebbe somministrato una dose elevata di un farmaco a un paziente in coma irreversibile, l´uomo morto il 14 agosto due ore dopo l´iniezione del farmaco. Ieri è stato sentito dal pm Paolo Scafi. «Gli ho rispiegato - riferisce - ciò che avevo già messo per iscritto».

Lo dice anche a noi?
«L´infermiera, ottima e stimata professionista, in reparto ha detto pubblicamente di aver somministrato una dose di farmaco superiore a quella prescritta e indicata in cartella clinica. L´ho sentita con le mie orecchie, non si tratta di voci riportate».

Possibile?
«Io al fatto, sempre che sia avvenuto, non ho assistito. Spero con tutto il mio cuore che quello che l´infermiera ha detto, in presenza mia e di altre persone, facilmente rintracciabili andando a spulciare i turni di servizio, non corrisponda a quanto è successo. Vorrei tanto che fosse solo una boutade. Me lo auguro per lei, per il personale, l´ospedale, i malati, i familiari».

Due giorni di riflessione, poi l´esposto...
«Ci ho pensato per tutto il week end. Non potevo fare una scelta diversa, sofferta, impopolare, da taluni criticata. Ho degli obblighi di legge, oltre che di coscienza e di deontologia. Se vengo a conoscenza di un presunto reato, e io non so se ci sia stato o meno, non posso far finta di niente».

In che condizioni era il paziente?
«In coma post-anossico, in condizioni incompatibili con la sopravvivenza, come era stato spiegato ai familiari».

Che cause del decesso le risultano?
«Morte per encefalopatia».

Ci potrebbe essere correlazione con un farmaco somministrato in dosi più elevate del previsto?

«Il problema sta tutto qui. Non è detto che ci sia un legame di causa-effetto. Lo stabiliranno i colleghi incaricati dell´autopsia e degli accertamenti tossicologici e la procura».

Lei è favorevole alla eutanasia?
«No, sono assolutamente contrario. Sono favorevole, a condizioni precise, al testamento biologico».

I parenti del paziente avevamo mai detto, per disperazione o per rassegnazione, che sarebbe stato meglio staccare la spina?
«Non in mia presenza. E nemmeno in presenza di altri, credo».

È vero che, mesi fa, in uno scatto d´ira lei lanciò un carrello di farmaci contro una collega dell´infermiera sotto accusa e che ebbe lo stipendio decurtato per due mesi?
«Sul fatto in sé, no comment. Ma non capisco che cosa c´entri adesso. È una storia diversa, privata, che nulla ha a che vedere con gli ultimi eventi. E per me non ci sono state conseguenze di alcun tipo, né penali, né civili, né amministrative».

via|repubblica.it

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La musulmana spaventa i bambini, non serve più l'uomo nero, basta il burkini

Quando a far paura basta una donna “vestita” che entra in piscina. Una volta i guai, con i carabinieri a controllare i centimetri, a passarli erano le signore che esibivano i primi bikini.Ora, a sollevare scandalo, è il “burkini”, il costume da bagno per le donne musulmane, tutto d’un pezzo dalla testa ai piedi.

È accaduto nei giorni scorsi a Verona, alla piscina comunale Santini, dove una donna s’è presentata con i propri figli, tre bambini, in piscina vestita col “burkini” e destando dapprima sorpresa, ma anche irritazione, da parte di qualche bagnante. Addirittura, alcune mamme sono andate a protestare con il povero direttore della piscina asserendo che «quella donna tutta vestita in piscina faceva paura ai loro figli». Tanto da costringere il direttore del centro natatorio, Christian Panzarini, a chiedere lumi al responsabile del settore di Palazzo Barbieri.

E così, visto che l’unica norma che vige per le piscine è quella dell’igiene, si è pensato bene di chiedere alla signora musulmana di cosa fosse composto quell’abito per verificare l’idoneità del tessuto all’uso in piscina. «Non abbiamo allontanato la signora dalla piscina – dicono i responsabili dell’impianto – anche perché non era la prima volta che veniva qui da noi con i figli. Le abbiano solo chiesto di farci sapere di che tessuto è fatto quel “burkini” per capire se è igienico e se si tratta realmente di un costume da bagno e non di normale abbigliamento. Attendiamo la risposta dalla signora anche via email prima di poterla far accedere nuovamente all’impianto».

Ma se è una questione di igiene, allora perché non fare un test a tutti quelli che entrano in piscina per vedere che non abbiano malattie della pelle? E poi, come ha dichiarato lo stesso direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 20 di Verona, Massimo Valsecchi: «Non vedo problemi a entrare in acqua con tessuti di cotone, mute o altri materiali, il cloro è un battericida messo nelle piscine apposta per ucciderli e disinfettare».

«Per noi – assicura Federico Sboarina, assessore allo sport del Comune scaligero – non esiste alcun caso “burkini”. E non centra nulla l’Islam e il burka. Abbiamo semplicemente richiesto di certificare che quello è effettivamente un costume da bagno, costruito con i tessuti richiesti. Si tratta di un normale controllo che il direttore della piscina ha giustamente effettuato. Cosa che avrebbe fatto anche nel caso che a presentarsi in piscina con un costume, diciamo insolito, fosse stato un ragazzo cattolico, tradizionalista, padano. In piscina si va con il costume, e non importa poi come questo sia fatto, lungo o corto, fino alla testa o in due pezzi, ma che sia del materiale adatto per il bagno. Punto e basta. Perché è chiaro che uno non può tuffarsi dove fanno il bagno tutti con i pantaloni che porta ogni giorno, o con i jeans».

La storia del burkini è già esplosa nelle scorse settimane in Francia, dove si è verificato un caso simile nella piscina comunale di Emerainville, periferia di Parigi, con una donna col burkini che ha denunciato i gestori dell’impianto perché l’hanno allontana dalla struttura. E pensare, che nel 1825, fu Maria Carolina di Berry, moglie di Carlo Ferdinando di Bordone, a far gridare allo scandalo: prima bagnante della storia ad entrare in mare con un abito di lana pesante, calze e scarpe di vernice. Scandaloso perché le dame, a quei tempi, si facevano solo lambire dall’acqua dopo essere arrivate in carrozza sul bagnasciuga. Da allora, coste, spiagge, fiumi, insenature e piscine ne hanno viste di tutti i colori e di tutte le stoffe. Fino al “burkini”.

Via|ilmessaggero.it

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Arriva la PS3 Slim

Alla convention GamesCom di Colonia, Sony ha confermato una delle voci che giravano in rete già da qualche tempo, ovvero la presentazione della Playstation 3 Slim, una versione più contenuta sia nelle dimensioni che nel prezzo rispetto alla console standard.


Nonostante le dimensioni ridotte rispetto alla versione normale di circa il 32%, la dotazione hardware è stata migliorata grazie all’adozione di un hard disk da 120GB al posto di quello da 80 GB della versione attuale.

Sony ha poi affermato che vi è anche una riduzione dei consumi energetici pari al 34%, un dato da non sottovalutare di questi tempi.

La notizia che però farà felici i futuri possessori della PS3 Slim è rappresentata dal nuovo prezzo, pari a 299 Euro. Tale riduzione sarà applicata in tutti i Paesi, negli Stati Uniti questa versione costerà 299 dollari, peccato che sia stato adottato un cambio di 1:1, mentre in Giappone verrà venduta a 29.980 yen.

Gli analisti finanziari hanno ben valutato questa decisione di Sony, anche in vista delle festività natalizie, che vedrà nuovamente contrapposte le tre console regine del mercato: l’Xbox di Microsoft, la Wii di Nintendo e naturalmente la nuova PS3 Slim.

Via|pctuner.net

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Assessore in Ospedale dopo rissa a concorso di bellezza

Scazzottata in piazza in Calabria alle selezioni regionali di Miss Italia tra il presidente del Consiglio comunale di Melito Porto Salvo, Giuseppe Minniti, e l'assessore al Bilancio, Giuseppe Latella. Motivo del contendere probabilmente una divergenza sulla scelta dei componenti della giuria del concorso.


Alle parole, sempre più pesanti, sono seguiti i pugni e la zuffa ha portato Latella in ospedale con il setto nasale fratturato e il sindaco della cittadina calabrese su tutte le furie. ''E' un episodio inqualificabile'', ha tuonato Giuseppe Iaria invitando Minniti a dare le dimissioni già incassate da Latella e dall'assessore con delega allo spettacolo Beniamino Pulitanò organizzatore della serata.

Via| adnkronos.com

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Chi dorme troppo è a rischio Alzheimer ?

martedì 18 agosto 2009

Secondo uno studio pubblicato sull'European Journal of Neurology da ricercatori spagnoli dormire troppo potrebbe essere un segnale precoce della predisposizione ad alcune malattie neurologiche, fra cui il morbo di Alzheimer.

LO STUDIO - Esperti dell'ospedale universitario di Madrid sono arrivati a questa conclusione dopo aver studiato 3.286 persone dai 65 anni in su, indagando sulle loro le abitudini di vita, soprattutto relative alle ore di sonno in un'intera giornata. I volontari sono stati poi seguiti per tre anni e 140 hanno sviluppato demenza senile. Dalle analisi effettuate è emerso che chi è abituato a superare le canoniche otto ore di riposo a notte correrebbe (il condizionale è d'obbligo) un rischio doppio di ammalarsi di Alzheimer, così come chi non resiste a coricarsi un'oretta dopo pranzo. Secondo gli studiosi, il dormire troppo potrebbe essere sia un segno di malattie neurodegenerative sia un fattore di rischio: «Abbiamo rilevato una forte associazione fra questi due elementi - evidenzia Susanne Sorensen, a capo dell'indagine - anche se la spiegazione non è ancora chiara. Eppure, un sonno eccessivo e l'abitudine di dormire nel pomeriggio sembrano amplificare di molto il pericolo di insorgenza dell'Alzheimer nei successivi tre anni di vita. Ma - precisa - potrebbe anche darsi che la necessità di riposo sia un segnale "incompreso"di malattia, che poi si sviluppa successivamente».

CONSEGUENZE - Chi dorme molto deve dunque cominciare a preoccuparsi? E ancor di più se ama la pennichella pomeridiana? Ovviamente no. Basti pensare a quanti studi dicono che il sonnellino fa bene, o a quanti dicono che domire è un toccasana e non dormire una vera maledizione per la salute. Va precisato che questo genere di studi sono sicuramente interessanti a livello scientifico perchè aggiungono tasselli ai grandi puzzle che formano la conoscenza complessiva su un argomento , ma difficilmente portano subito a conseguenze dirette, come del resto ha precisato anche la dottoressa Sorensen, che ha affermato: «C'è comunque bisogno di ulteriori approfondimenti, proprio perchè solo un terzo dei malati riceve una diagnosi precoce e precisa». Insomma un'ipotesi suggestiva e interessante. ma per ora ancora un'ipotesi

Via| corriere.it

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2 a 2 tra Sporting Lisbona e Fiorentina nell'andata dei preliminari di Champion's

Buon risultato, buona Fiorentina. Al Josè Alvalade di Lisbona, contro gli acerremi nemici del nostro fedele campione Manuel Rui Costa, è andata di scena la partita che non ti aspetti. Uno Sporting Lisbona che ha cercato fin da subito di aggredire la squadra di Prandelli schiacciandola nella sua area di rigore; ma nel momento di maggior spinta dei lusitani i viola hanno saputo trovare il gol del vantaggio, preziosissimo, con un Vargas che presenta subito il suo biglietto da visita per la stagione che verrà. Successivamente sono ancora gli uomini di un "simpaticissimo" Paulo Bento a fare la gara, con Matias Fernandez e Joao Moutinho che, scambiandosi di posizione fra le linee viola, mettono in seria difficoltà la retroguardia di Prandelli con conclusioni da fuori area sulle quali Frey dimostra di essere già in gran forma. Il resto lo fanno Gamberini e Dainelli, stasera in giornata di grazia, e con il primo che però ha rischiato di finire la gara anzitempo per un fallo di reazione su Liedson, nel primo tempo, che poteva costare carissimo. Nella ripresa, definita da Gilardino "pazzesca", è ancora lo Sporting a mietere le trame del gioco e che nel giro di pochi minuti ribalta il risultato con un rimpallo fortunato in occasione del primo gol e con una conclusione di pregevole fattura, del centrocampista portoghese tanto cercato da Corvino, Miguel Veloso. Rimasto in dieci lo Sporting, per un ingenuità di Vukcevic espulso per doppia ammonizione dopo essersi tolto la maglia in occasione del primo gol lusitano, continua comunque a tenere in mano la gara. Ma al 79' succede quello che non ti aspetti: Gobbi vede in area Gilardino, che controlla il pallone con la spalla, e di esterno destro al volo batte Rui Patricio in uscita per la seconda volta. Negli ultimi minuti Fiorentina che addirittura rischia di ri-passare in vantaggio: super occasione per Jovetic entrato al posto di un impalpabile Mutu (lontano dalla miglior forma), che dopo aver saltato due uomini in area, spara addosso al portiere portoghese. Pareggio che va benissimo in vista del ritorno e Fiorentina che torna in Italia con la certezza di aver dimostrato di non aver perso quel carattere che ha permesso anno scorso di vincere tante gare pur non giocando bene e di crederci sempre fino in fondo. Nell'analisi è doveroso considerare due aspetti: la miglior forma fisica dei portoghesi, che erano già al quarto impegno ufficiale stagionale, e la maggior esperienza internazionale degli uomini di Bento che, in gare di andata e ritorno soprattutto, ha una valenza non da poco. Da segnalare uno Zanetti già entrato in perfetta sintonia con gli schemi viola, accanto ad un Montolivo voglioso e propositivo ma non ancora brillantissimo. Tra otto giorni al Franchi ci sarà una Fiorentina più fresca, spinta dal suo pubblico, e con la convinzione di aver quel 1% in più in tasca di poter passare questo turno per accedere alla Champions che conta.

Via| violanews.com

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Un sondaggio su Michelle Obama in shorts

Dopo avere diviso l'America con le sue braccia nude, Michelle Obama torna a far notizia scoprendo le gambe. La First Lady, rientrata a Washington da una mini-vacanza con marito e figlie all'Ovest, e' scesa dall'Air Force One in shorts. E' la prima volta che una First Lady venisse fotografata in pantaloncini. 'Vi immaginate Laura Bush o Patricia Nixon in shorts?' commenta un sito avviando un sondaggio: 'E' appropriato?'

Via | ansa.it

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Tracce di vita su una cometa

C'e' uno dei mattoni fondamentali per la vita nella polvere della cometa Wild-2 portata a Terra nel 2006 dalla sonda Stardust della Nasa.E' il piu' semplice degli amminoacidi, la glicina, che e' alla base della maggior parte delle proteine. 'E' la prima volta che un amminoacido viene scoperto in una cometa', osserva in una nota della Nasa Jamie Elsila, coordinatore dello studio. La scoperta e' stata presentata negli Usa al convegno della Societa' Americana di Chimica in corso a Washington.

Via | ansa.it

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Si scommette sul tempo di Bolt nei 200 metri

Usain Bolt sotto i 19 secondi nei 200 metri, in Inghilterra si scommette. Dopo l'ennesimo record, tutto il mondo continua chiedersi qual'è il limite del fenomeno giamaicano. Per ora l'atleta detiene il miglior tempo nei 100 metri (9'58) e nei 200 metri (19,30), ma per l'ultima categoria ci si aspetta un ulteriore record ai Mondiali di Berlino. All'estero le scommesse sono aperte e l'ipotesi che Bolt possa migliorare il proprio tempo nei 200 metri fino a scendere sotto i 19 secondi si gioca a 13 volte la posta. Molto più probabile che Bolt possa migliorare i 19,30, scommessa offerta a 1,85.

Via|tuttosport.com

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Svelata la vera causa di morte di Mozart: un mal di gola...

Avvelenato (magari dal collega-rivale Salieri), malato di sifilide, di tubercolosi, infestato dai parassiti intestinali, distrutto dall'alcol. Sono solo alcune delle teorie costruite nei secoli per giustificare la morte di Wolfang Amadeus Mozart, genio della musica morto ad appena 35 anni nel 1791. Ma il compositore, secondo un team di ricercatori inglesi, austriaci e olandesi, e' morto per un banalissimo mal di gola, un'infezione da streptococco che, non curata, si sarebbe aggravata infettando i reni e portando il giovane musicista alla morte. I ricercatori, il cui studio e' stato pubblicato dalla rivista Annals of Internal Medicine, sono giunti a questa conclusione combinando i dati di mortalita' a Vienna negli anni '90 del '700, scoprendo che la tubercolosi era il piu' grande assassino del tempo, seguito da malnutrizione con relativa perdita di peso. Il terzo "big killer" della Vienna di fine '700 era l'edema. Ma nel dicembre del 1791, il mese della morte di Mozart, pare che il gonfiore e l'accumulo di liquidi fosse stato piu' pernicioso del solito, causando la morte di 47 giovani uomini. E chi ha visto Mozart nei suoi ultimi giorni, compresa la cognata Sophie Haibel, hanno dichiarato che il suo corpo era talmente gonfio che non poteva girarsi nel letto. Era tuttavia cosciente e lucido, tanto da occuparsi del suo Requiem fino all'ultimo, spesso cantando a voce alcune parti che venivano trascritte da un assistente (proprio come nella splendida scena finale di 'Amadeus' di Milos Forman, anche se li' il trascrittore e' proprio Salieri). Sommando questi dati, i ricercatori si sono convinti che Mozart soffrisse di insufficienza renale acuta causata da un'infezione da streptococco. Infezione generata da un mal di gola che il musicista avrebbe avuto pochi mesi prima, trascurandone i sintomi e continuando i suoi ritmi di lavoro massacranti. Un malanno da poco: oggi sarebbe bastato un antibiotico per permettere al compositore di regalare al mondo altre splendide opere nei decenni successivi. "I fatti noti della malattia fatale di Mozart - spiegano gli scienziati - comprese le caratteristiche dell'edema, il malessere e il dolore alla schiena sembrano coerenti con questa diagnosi". E c'e' di piu': Mozart potrebbe aver contratto il banale batterio che l'ha ucciso da un musicista militare. "Piu' di 500 persone sono morte di edema nei mesi vicini alla morte di Mozart.
L'Austria era in guerra, e questo generava promiscuita' tanto che la maggior parte dei decessi si sono verificati tra i soldati". E al tempo di Mozart, "diversi soldati dell'esercito erano anche musicisti, che Mozart potrebbe aver incontrato".

Via|agi.it

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Badoer " Correrò per Felipe"

«Sono molto motivato nell'approfittare di questa opportunità, anche se so che sto affrontando una sfida durissima, specie per quanto riguarderà i primi due giorni a Valencia. Sarà come una sessione di test per me, ma farò del mio meglio per fare un buon risultato». È molto motivato Luca Badoer, chiamato a sostituire Felipe Massa sulla F60 dal Gp di Valencia, il prossimo fine settimana.

EVENTO PROMOZIONALE - Ieri e oggi Badoer ha preso parte a un evento promozionale a Fiorano, per realizzare un servizio su di lui nell'ambito delle corse. Come previsto dal regolamento sportivo sui test, ha completato non più di 100 km al giorno al volante della F60, che montava gomme dimostrative. La realizzazione del filmato ha permesso al pilota di riabituarsi alla vettura, con la quale quest'anno era riuscito a completare solo pochi chilometri. La chiusura della fabbrica ha significato poi che Badoer non ha nemmeno potuto parlare con gli ingegneri di pista. Per avere un' impressione generale del circuito spagnolo ha passato qualche giorno al simulatore statico.

DEDICHE - «Il mio primo pensiero quando scenderò in pista - ha detto Badoer parlando con i giornalisti - sarà per Felipe, perché mi sono davvero spaventato quando ho visto il suo incidente. Sono felice che stia recuperando bene e spero che sarà di nuovo in pista il prima possibile. Penso anche a Schumacher, perché mi sono allenato assieme a lui nelle ultime settimane, e so bene quanto volesse tornare in pista e quanti sforzi ha fatto per prepararsi al meglio. Anche se la sua decisione mi ha dato la grande opportunità di correre per la scuderia, mi dispiace molto per lui, perché non solo siamo amici, ma sono un suo grande estimatore. Infine, voglio ribadire la mia gratitudine a Luca di Montezemolo e Stefano Domenicali per avermi dato l' opportunità di realizzare il mio sogno d'infanzia».

NUOVA CONFIGURAZIONE - La F60 - ha fatto sapere la casa del Cavallino - avrà nuove componenti rispetto alla configurazione vista a Budapest. Come risultato del lavoro aerodinamico e dei test condotti prima del Gp d'Ungheria la vettura presenterà modifiche all'ala anteriore e posteriore e al diffusore. Nonostante ogni tipo di lavoro tecnico sia stato proibito durante la pausa - si legge sul sito media delle Rosse - non è illegale che gli ingegneri e i tecnici passino alcuni momenti durante le vacanze a parlare della vettura e di come migliorarla. E considerando il loro Dna da corsa è difficile immaginarli a fare altro.

Via| corrieredellosport.it

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Liberi gli ostaggi del Buccaneer, è stato pagato il riscatto

lunedì 10 agosto 2009




I pirati somali hanno detto di aver ricevuto quattro milioni di dollari per liberare ieri il rimorchiatore italiano Buccaneer e i 16 membri dell'equipaggio, sequestrati quattro mesi fa, mentre la Farnesina smentisce che il rilascio sia avvvenuto dietro il pagamento di un riscatto.

"No, non è stato pagato nessun riscatto: la pressione sui pirati è stata sufficiente a farli ritirare", ha detto oggi a diversi tg il ministro degli Esteri Franco Frattini, dopo avere dichiarato ieri che il Buccaneer è stato rilasciato grazie ad "un lavoro eccezionale" da parte delle autorità somale e dei servizi segreti italiani.

"In questi ultimi tre mesi abbiamo richiamato alla Somalia il grande aiuto che l'Italia ha dato e sopratutto quello che ci impegniamo a dare", ha aggiunto oggi il ministro. "Evidentemente questo ha incoraggiato il primo ministro somalo ad un gesto particolarmente importante, impegnarsi cioè personalmente per la liberazione".

I proprietari del Buccaneer, la Micoperi Marine Contractors che ha sede a Ravenna, ieri ha detto che l'imbarcazione non è stata liberata in seguito a un'azione militare né al pagamento di un riscatto.

Uno dei pirati ha però riferito a Reuters che il gruppo ha "ricevuto un riscatto di quattro milioni di dollari e abbiamo liberato il rimorchiatore italiano. E' già partito".

Andrew Mwangura, coordinatore del gruppo marittimo locale dell'East African Seafarers' Assistance Programme, ha detto che i pirati hanno ricevuto cinque milioni di dollari.

"Stavano contando il denaro ieri sera", ha detto a Reuters al telefono.

Il Buccaneer è stato bloccato lo scorso 11 aprile nel Golfo di Aden assieme a due barconi. Ora è sulla via del porto di Gibuti, scortato da alcuni vascelli. L'equipaggio è composto da 10 italiani, cinque romeni e un croato.

via|it.reuters.com

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Il Gruppo Camozzi interessato all'acquisto della INNSE


È una giornata di attesa alla Innse. Alle 9.30 è iniziato in Prefettura l'incontro da cui potrebbe uscire il nome del nuovo acquirente. Nella notte il temporale ha distrutto i gazebo davanti allo stabilimento, ma sono stati ricostruiti in mattinata dai lavoratori in presidio permanente, a sostegno della protesta dei quattro lavoratori e del sindacalista Fiom da sei giorni isolati su una gru a 10 metri di altezza. «Tengono duro» ha detto il segretario della Fiom di Milano, Maria Sciancati. Davanti alla fabbrica sono arrivati in segno di solidarietà anche lavoratori di altre società, come la Lares di Paderno Dugnano, e sono arrivati messaggi da stabilimenti di tutta Italia, come la Iveco di Pregnana Milanese e la Fonderia di Legnano, dalla Camera di Commercio di Benevento e da operai di Zurigo e Basilea.

RINALDINI - In Prefettura, oltre al proprietario della Innse Silvano Genta e ai potenziali acquirenti, c'è anche il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini. «Si sta trattando - ha detto il sindacalista - ed è complicato prevedere quando si arriverà a una conclusione. Basta che si vada avanti». Come possibile acquirente della Innse alcune indiscrezioni accreditano il gruppo Camozzi di Brescia, azienda metalmeccanica che opera nel settore della pneumatica, delle macchine utensili, del tessile e dell'energia. «Il problema è che venga acquistata la Innse, poi ne parliamo» ha commentato Rinaldini. E l'assessore alle attività produttive del Comune Giovanni Terzi: «Spero che la situazione si risolva oggi in Prefettura e che il mio incontro di martedì con i sindacati non sia necessario».

TRATTATIVA - La trattativa sarebbe incentrata su tre punti: i macchinari, l'area e i dipendenti. Secondo indiscrezioni riportate dall'Ansa il gruppo bresciano vorrebbe tutti i macchinari presenti nello stabilimento, una ventina. E questo è il primo ostacolo, dal momento che sette macchine sono già state vendute a due diversi acquirenti. La Camozzi chiederebbe poi la disponibilità intera dell'area dello stabilimento per potere liberamente movimentare le merci. E qui entra in gioco la disponibilità della proprietaria dell'area, l'Aedes, di affittare o vendere il terreno. L'ultimo punto riguarda l'occupazione. L'acquirente vorrebbe discutere ammortizzatori sociali per il graduale riavvio dell'Innse con l'obiettivo di reimpiegare, alla fine, tutti i lavoratori presenti. Fonti vicine alla Camozzi fanno capire che il gruppo ritiene irrinunciabili questi tre punti per avviare un serio piano industriale.

ECCIDIO DI LORETO - I quattro operai e il funzionario sul carroponte hanno inviato un messaggio alla cerimonia di commemorazione del 65° anniversario della strage di piazzale Loreto, celebrata di fronte alla stele che ricorda l'eccidio. «Le fabbriche, la resistenza antifascista e le lotte operaie sono il fondamento di diritti dei lavoratori» dicono gli operai, esprimendo vicinanza ai familiari dei 15 antifascisti fucilati su ordine del comando nazista da una brigata repubblichina il 10 agosto 1944 in piazzale Loreto, dove i corpi rimasero a lungo esposti come monito nei confronti della popolazione. «Gli operai della Innse sono impegnati in una trattativa che ha un significato politico molto simile a quello che portò i 15 martiri, e molti altri operai del milanese, a scioperare per difendere le fabbriche che i nazisti volevano smantellare e trasferire in Germania» ha sottolineato Sergio Fogagnolo, figlio di una delle vittime.

Via|corriere.it

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Identificate tutte le vittime italiane del disastro dell'Hudson

Le cinque vittime italiane del disastro dell'Hudson sono state identificate, a quanto si è appreso a New York. Tutti i resti delle cinque vittime erano stati recuperati dall'Hudson tra ieri e sabato.

E' in corso un incontro con le autorità consolari di New York e l'ufficio del medico legale. Il riconoscimento delle vittime è stato difficile. Ieri due corpi erano stati recuperati tra le lamiere dell'elicottero riportato a galla dalle acque dell'Hudson.

Via| ansa.it

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5 morti in un incidente sulla Domiziana.


Cinque persone sono morte ed una è rimasta ferita in un incidente stradale che si è verificato al chilometro 0 della strada Domiziana, in località Baia Domizia, duecento metri prima del ponte del Garigliano che divide il Lazio dalla Campania, nel comune di Sessa Aurunca in provincia di Caserta.

Nell'impatto frontale sono state coinvolte una Ford Fiesta e una Fiat Punto. I quattro ragazzi tra i 20 e i 30 anni che viaggiavano sulla prima auto sono tutti morti, così come uno dei due occupanti della seconda auto. L'altra persona che viaggiava sulla Punto è rimasta gravemente ferita ed è ricoverata in condizioni gravi all'ospedale di Formia. Chiuso il ponte del Garigliano che delimita proprio il confine tra Lazio e Campania.

Due delle vittime erano di Formia. Nell'incidente sarebbero state coinvolte altre tre auto.

Via |napoli.repubblica.it

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Cavendish non perdona. 3° successo al Tour per lui.

martedì 14 luglio 2009




Si potrebbe parlare di Rinaldo Nocentini, che per il quinto giorno di fila conserva la maglia gialla. O di Mark Cavendish, che sul traguardo di Issoudon ha vinto la sua terza tappa, confermando di essere imbattibile in volata. O, ancora, della protesta dei corridori contro la decisione degli organizzatori di vietare gli auricolari in gara. Ma il tema più importante della decima frazione del Tour de France 2009 è un altro: Lance Armstrong e Alberto Contador, i due galletti del team Astana, sono ai ferri corti. E se fino a oggi la rivalità tra i due era rimasta sotto traccia, oggi il texano, sette volte vincitore della Grande Boucle, è uscito alla scoperto.

LA POLEMICA - Cominciamo proprio da quest’ultimo tema. «La rivalità tra me e Contador potrebbe farci perdere il Tour» ha dichiarato Armstrong poco prima della partenza della decima tappa da Limoges. «Nella prima settimana i media cercano delle storie da raccontare. Analizzano ogni piccola cosa e dicono “quei due si odiano”. Ma non è vero» ha detto Armstrong. Che poi, però, ha aggiunto una postilla che la dice lunga sul clima che si respira in casa Astana: «Il rischio è che tutti e due vogliamo talmente vincere che poi ne approfitta qualcun altro. Quella è la peggiore cosa che potrebbe succedere». In effetti, vista la forza complessiva della squadra kazaka, non conquistare la Grande Boucle sarebbe un vero delitto.

LA TAPPA - Passiamo adesso alla tappa odierna. Come detto, Cavendish si è confermato re dello sprint, regolando con un allungo impressionante negli ultimi 300 metri il norvegese Thor Hushvod, con l’americano Tyler Farrar terzo. Se il 24enne velocista dell’Isola di Man può festeggiare per il suo terzo successo nell’edizione 2009, ha tanti motivi per essere felice anche il nostro Nocentini, che per il quinto giorno di fila (ma uno è stato di riposo) può indossare la maglia gialla. Il suo vantaggio su Contador è di 6”, quello su Armstrong di 8”.

LA PROTESTA - Parlavamo all’inizio della protesta dei corridori per la decisione degli organizzatori di vietare gli auricolari che permettono di comunicare con le ammiraglie. Qualche iniziativa del gruppo, che non ha gradito la scelta, era nell’aria da ieri. E, in effetti, qualcosa è successa. L’andatura è stata molto più lenta del previsto (38 km/h di media contro i 43 previsti dagli organizzatori) e, a parte una “fughetta” quasi dimostrativa di quattro atleti, non è successo praticamente nulla. La cosa non è affatto piaciuta al direttore del Tour Christian Prudhomme, che all’arrivo ha lanciato attacchi pesanti nei confronti dei team: «Le squadre si sono coalizzate per fare in modo che ci fosse uno sprint di massa e che ci fosse meno spettacolo possibile. Bisogna ringraziare i protagonisti della fuga Hupond, Vuagrenard e Dumoulin. Ma tra loro c’era una sanguisuga involontaria: Ignatiev all’inizio ha collaborato ma ha smesso di impegnarsi esattamente nel momento in cui l’ammiraglia con il suo direttore sportivo l’ha raggiunto. Trovo che sia uno scandalo».

Via|corrieredellosport.it

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Non dire gatto...


Il ''quattro gatti ad ascoltare il Papa'' gli è costato caro. E' stato rimosso dall'incarico il vaticanista del Tg3 Roberto Balducci, al centro della bufera per il servizio dedicato a Benedetto XVI alla vigilia della sua partenza per la Valle d'Aosta, in cui il giornalista sembrava ironizzare sui pochi fedeli che stavano ascoltando le parole di Benedetto XVI.


"Roberto Balducci ha inviato una lettera - ha spiegato lo stesso direttore del Tg3, Antonio Di Bella - nella quale ha ribadito che non era sua intenzione essere irrispettoso, come non lo e' mai stato, nei confronti del Papa e del Vaticano. Si e' rammaricato per il danno arrecato alla testata e all'azienda e ha rimesso ogni valutazione al direttore. In seguito a questa lettera il direttore del Tg3 ha comunicato al Cdr che Roberto Balducci non seguirà più le cronache vaticane".

A provocare la decisione del direttore del Tg3 Antonio Di Bella, il servizio realizzato dal vaticanista nell'edizione delle 19 di domenica scorsa. Ironizzando sui pochi fedeli presenti all'Angelus del Papa, Balducci aveva parlato testualmente di 'quattro gatti, forse un po' di più'.

Questa frase aveva immediatamente scatenato la critica del vicepresidente della vigilanza Rai, Giorgio Merlo. L'incidente 'diplomatico' sembrava essersi concluso dopo una telefonata tra Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede e lo stesso direttore del Tg3, Antonio Di Bella. Sulla vicenda era intervenuto anche il comitato di redazione del Tg3 in serata, spiegando che era stata fraintesa una frase del collega Balducci.

Oggi l'epilogo della vicenda con la lettera del vaticanista e la successiva comunicazione al Comitato di Redazione di Di Bella che ha annunciato che, a partire da oggi, Roberto Balducci, da due anni vaticanista del Tg3, non si occuperà più di cronache vaticane.

Via|adnkronos.com

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Tutti i 14 Morti in Afghanistan dal 2004 a oggi.




Sono quattordici i militari italiani morti in Afghanistan in seguito a incidenti o attentati, dall'inizio della missione nel 2004. Ecco chi sono i nostri connazionali che hanno perso la vita in missione.

Il 3 ottobre 2004, il caporal maggiore Giovanni Bruno, 23 anni, del Terzo reggimento alpini è vittima di un incidente stradale mentre si trovava a bordo di un mezzo dell'esercito nel territorio di Sorobi, a 70 chilometri da Kabul. Nell'incidente rimangono feriti altri quattro militari.

Il 3 febbraio 2005 l'ufficiale di Marina Bruno Vianini perde la vita nello schianto di un aereo civile sul quale viaggiava, tra Herat e Kabul. Il capitano di fregata aveva 42 anni.

L'11 ottobre 2005 muore il caporalmaggiore capo Michele Sanfilippo, 34 anni. Sanfilippo, effettivo al Quarto Reggimento Genio Guastatori di Palermo viene ferito con un colpo alla testa, partito accidentalmente, nella camerata del battaglione Genio a Kabul. Muore poco dopo il ricovero in ospedale.

Il 5 maggio 2006, in seguito all'esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul, muoiono il tenente Manuel Fiorito, 27 anni, e il maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, entrambi del Secondo Reggimento Alpini. I due soldati si trovavano a bordo di due veicoli blindati "Puma", a sud-est della capitale afgana, quando sono stati investiti dall'esplosione.

Il 2 luglio 2006 il tenente colonnello Carlo Liguori, 41 anni è stroncato da un attacco cardiaco ad Herat.

Il 20 settembre 2006 muore in un incidente stradale, a sud di Kabul, il caporalmaggiore Giuseppe Orlando, 28 anni. Faceva parte della 22/a compagnia del Secondo Reggimento alpini di Cuneo.

Il 26 settembre 2006 perdono la vita i caporalmaggiori Giorgio Langella, 31 anni, e Vincenzo Cardella, in seguito all'esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul. I due militari appartenevano alla 21esima compagnia del Secondo Reggimento alpini di Cuneo.

Il 4 ottobre 2007 muore al Policlinico militare del Celio l'agente del Sismi Lorenzo D'Auria. Il militare era stato gravemente ferito il 24 settembre 2007 durante un'operazione
delle forze speciali britanniche per cercare di liberarlo. Due giorni prima D'Auria era stato sequestrato assieme a un altro sottufficiale del servizio di sicurezza militare e a un
collaboratore afgano.

Il 24 novembre 2007 muore in un attentato suicida nei pressi di Kabul il maresciallo capo Daniele Paladini, 35 anni. Altri tre militari rimangono feriti.

Il 13 febbraio 2008 muore in un attacco il maresciallo Giovanni Pezzulo, 44 anni, del Cimic Group South di Motta di Livenza. L'attentato avviene a una sessantina di chilometri da Kabul, nella valle di Uzeebin, mentre i militari italiani erano impegnati in attività di distribuzione di viveri e vestiario alla popolazione della zona. Rimane ferito il maresciallo Enrico Mercuri.

Il 21 settembre 2008 muore per un malore a Herat il caporalmaggiore Alessandro Caroppo, 23 anni. Il militare apparteneva all'Ottavo reggimento bersaglieri di Caserta.

Il 14 luglio 2009 muore in un attentato a 50 chilometri da Farah il caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, 25 anni. Paracadutista dell'Ottavo Genio Guastatori della Folgore, faceva parte di un team specializzato nella bonifica delle strade.

Via|tgcom.mediaset.it

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Alemanno critica la sentenza del Delitto Sandri




Sulla condanna per l'omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri il sindaco di Roma Gianni Alemanno esprime 'profonda insoddisfazione'.Il sindaco sottolinea la sentenza che condanna Spaccarotella 'a soli 6 anni di reclusione per l' omicidio Sandri', e aggiunge:'Pur riservandomi di leggere le motivazioni non e' accettabile la derubricazione dell'omicidio da volontario a colposo.La pena risulta troppo mite rispetto a un fatto cosi' grave che ha colpito la famiglia e tutta la citta''.

Via|ansa.it

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Tyson Gay corre i 100m in 9" 77, la Di Martino prima nell'alto

venerdì 10 luglio 2009




Sarà Tyson Gay il più accreditato rivale di Usain Bolt ai Mondiali di Berlino. Lo ha dimostrato questa sera con un grandissimo 100 metri al Golden Gala di Roma, terza tappa della Golden League, davanti a 25.000 spettatori. Sui blocchi di partenza c'erano tutti i migliori, ad eccezione di Bolt. Tyson Gay, lo sprinter silenzioso del Kentucky, è partito bene, si è disteso altrettanto bene, non si è fatto impensierire dal ritorno di Asafa Powell e ha vinto in 9"77, primato mondiale stagionale (il precedente era il 9"86 di Bolt ai campionati giamaicani) nonchè record statunitense eguagliato. Alle sue spalle Powell con 9"88, poi Yohan Blake, Daniel Bailey, Steve Mullings e la rivelazione dell'anno Michael Rodgers, oggi sotto tono. Gay è il più veloce del 2009 anche nei 200. "Sento che la mia forma migliora con il passare dei giorni - ha detto Gay nel dopo-corsa -: se ho fatto il miglior tempo del 2009 qualcosa vorrà dire. Ora prima dei Mondiali farò solo due apparizioni, sui 200 a Londra e poi sui 100 a Stoccolma. Il mio unico obiettivo è stare bene fisicamente: Bolt è un uomo, quindi battibile come tutti, e lo stesso vale per il suo primato del mondo". Velocissimi anche i 100 donne, vinti dalla giamaicana Kerron Stewart in 10"75 (primato mondiale stagionale) davanti alla statunitense Shelley-Ann Fraser e all'eterna terza Chandra Sturrup.


bekele — Il primo squillo della serata è però di Kenenisa Bekele. L'infortunio che l'ha lasciato fermo a lungo a cavallo fra il 2008 e il 2009 sembra decisamente alle spalle. L'etiope, già vincitore delle prime due tappe di Golden League a Berlino e Oslo, si impone anche a Roma centrando il primato mondiale stagionale con 12'56"23. Bekele non è ancora ai suoi migliori livelli: lo spunto negli ultimi 400 metri che gli ha dato il successo non è brillante e letale come in passato, Kenenisa sembra ancora un po' pesante per i suoi eccellenti standard; ma è un cambio di passo che fa ancora la differenza e che vince la resistenza dei keniani Kiptoo e Komon.



bene di martino — Serata di gloria per Antonietta Di Martino, che vince nel salto in alto battendo la favorita Blanka Vlasic. Pesante, lenta e non ancora in forma mondiale, la croata supera 1.87 poi sbaglia tre volte a 2.00 allo stesso modo, crollando letteralmente sull'asticella. Più brillante la Di Martino, che al secondo tentativo supera la misura fatale alla Vlasic, si mette in tasca la vittoria e poi tenta, invano, di superare i 2.02. "Sono contentissima, fare 2 metri all'Olimpico non è facile, è una pedana difficile", ha detto Antonietta ai microfoni Rai dopo la gara.

peccato Elisa — Elisa Cusma sfiora l'impresa negli 800: conduce una gara accorta, all'ingresso nel rettilineo finale è terza, infila la Martinez all'interno e passa al comando, poi cede negli ultimissimi metri e commette il solito errore di non buttarsi sulla fotocellula, lasciando la vittoria alla statunitense Maggie Vessey (2'00"13, un centesimo in meno dell'azzurra).


yelena da jackpot — Yelena Isinbayeva era la più indicata per centrare il record del mondo in questa serata romana. La russa è laziale d'adozione, vive e si allena a Formia per gran parte della stagione, e conosce bene questa pedana, dove l'anno scorso aveva realizzato il mondiale con 5.03. Yelena è in crescita: ha vinto facilmente la gara con 4.85, primato mondiale stagionale, poi ha tentato la scalata a misure ben più importanti, ma si è fermata a 4.95. La Isinbayeva, come Bekele, la Stewart e la Richards, resta in corsa per il jackpot, il premio da un milione in lingotti d'oro per gli atleti che si aggiudicheranno le sei tappe della Golden League.

le altre gare — Nelle altre prove valide per la Golden League, Chris Brown vince i 400 metri in 44"81, Dawn Harper i 100 hs con un ottimo 12"55 (terzo tempo del 2009), Dayron Robles fa suoi senza impressionare i 110 hs in 13"17, Andreas Thorkildsen con 87.46 all'ultimo lancio vince l'eterna sfida con Tero Pitkamaki (che esce dal lotto dei candidati per il jackpot), Sanya Richards domina i 400 in 49"46 e per la 36ª volta corre il giro di pista sotto i 50" (non benissimo la Grenot, partita troppo forte e poi crollata nel rettilineo, settima in 51"32). La serata ha regalato altri due primati mondiali stagionali (sono sei in totale): Maryam Yusuf Jamal nei 1500 donne (3'56"55) e Gulnara Galkina nei 3000 siepi (9'11"58). Non si ferma più Dwight Phillips nel lungo: primo anche a Roma con 8.61, davanti a Irving Saladino (8.27).

Via|gazzetta.it

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Un italiano in maglia gialla dopo 9 anni. Nocentini re del Tour




Prima della partenza, ci si aspettava che la tappa odierna, la 7/a della Grande Boucle 2009, portasse uno stravolgimento nella classifica generale. Così è stato, anche l’esito finale della tappa e, soprattutto, la nuova fisionomia della graduatoria erano difficilmente prevedibili.

Tour, Nocentini maglia gialla

Tre le notizie rilevanti da Arcalis, traguardo della tappa odierna partita da Andorra e svolta lungo un percorso di 224 km. La prima è che il francese Brice Feuillu, del Team Agritubel, è il vincitore di tappa: Feuillu raccoglie così le sue prime soddisfazioni da professionista, visto che il corridore transalpino ha lasciato solo quest’anno i dilettanti. Feuillu, al termine di una fuga iniziata al 30/mo km della tappa più lunga dell’edizione 2009 del Tour, sull’arrivo in salita di Arcalis ha avuto la meglio sul connazionale Christophe Kern (Team Cofidis), giunto a 5” dal vincitore di tappa.

La seconda notizia di giornata è il risveglio di Alberto Contador: lo spagnolo dell’Astana ha chiuso la tappa al nono posto, ma è stato il migliore dei cosiddetti ‘big’, staccando il compagno di squadra Lance Armstrong (giunto assieme al gruppone, quindicesimo a 3’47” dal vincitore di tappa) e piazzandosi al secondo posto nella graduatoria generale, a soli 6” dalla vetta.

La notizia più importante, però, riguarda proprio l’inquilino del posto più alto del podio, che non è più Fabian Cancellara, disperso in fondo al gruppo nella salita finale, ma l’italiano Rinaldo Nocentini. Giunto a 26” dal vincitore di tappa, Nocentini indossa per la prima volta in carriera la maglia gialla al Tour de France, precedendo appunto Contador e lo stesso Armstrong, terzo a 8” dall’italiano del Team Ag2R.

Il toscano, dunque, rappresenta la grande sorpresa di giornata. Nocentini è stato bravo a infilarsi nella fuga partita intorno al km 30 assieme ad altri otto corridori, tra cui anche il vincitore di giornata Feuillu. Dopo aver avuto anche 11’ di vantaggio sul gruppo della maglia gialla, i fuggitivi hanno visto il loro vantaggio assottigliarsi gradualmente, soprattutto per merito del treno composto dai corridori dell’Astana. Iniziare la lunga salita verso Arcalis (pendenza media del 7,1%) con oltre 6’ di vantaggio, comunque, è bastato a Feuillu per portare a casa la vittoria della frazione e a Nocentini per issarsi sul gradino più alto del podio, visto che la reazione di Contador, autore di uno splendido scatto a 2 km dal traguardo, non è bastata per togliere la maglia gialla all’italiano.

Lo spagnolo, comunque, ha dimostrato di essere in forma, rubando 20” al compagno di squadra Lance Armstrong e agli altri uomini di testa proprio con lo scatto nel finale di tappa. E se Nocentini stasera può a ragione festeggiare il suo exploit alla Grande Boucle, il vincitore dello scorso anno è consapevole di aver lanciato un chiaro messaggio a tutti, ricandidandosi con autorità alla vittoria finale della corsa francese.

via|dottorsport.info

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Carla Bruni tornerà tra le macerie... con i tacchi ?




Unica con i tacchi tra le macerie, unica a scendere tra la gente comune, unica a promettere: "tornerò". Carla Bruni non perde neanche all'Aquila l'allure che l'accompagna da ben prima che diventasse madame Sarkozy

Un fascino con cui scaccia anche le polemiche legate alla sua mancata presenza con le altre first ladies, per evitare un confronto con la signora Obama. "Michelle - dice sorridendo - la conosco da sempre e ogni volta è un piacere vederla. E poi mio marito non mi chiede mai di venire ai grandi vertici, a meno che non ci siano cene ufficiali nelle quali la presenza delle spose sia richiesta, perché se no non c'è molto da fare". Carla si presenta in piazza Duomo buon ultima tra i "potenti della Terra e signore", completamente vestita di bianco e alti sandali neri. Sotto il tailleur pantalone indossa una camicetta nera da cui spunta un piccolo microfono. Visita la chiesa delle Anime Sante, che la Francia ristrutturerà con un contributo di 3,2 milioni (la metà dell'importo totale), si sofferma davanti alla prefettura distrutta. Mentre fotografi e cameraman guardano solo lei, lei si guarda attorno: "è terribile, questo è il centro di una città fantasma - dice commuovendosi -, è una tragedia umana, ma anche economica e culturale". L'annuncio del contributo economico francese alla ricostruzione, però, è solo il pretesto della visita. Perchè madame Sarkozy aveva tutt'altro obiettivo: quello di portare la sua personale "ammirazione" alle persone colpite dal terremoto e dir loro che non le abbandonerà, dopo aver già messo a disposizione 50 mila euro dalla sua fondazione. Carla è qui per gli aquilani e non lo nasconde. Quando arriva all'ospedale San Salvatore, rimasto chiuso per oltre un mese proprio a causa delle lesioni provocate dal sisma, risponde con un "ciao" in italiano ai saluti. Lascia la sua firma su un manifesto con su scritto 'L'Aquila tornerà a volare", visita i reparti. Poi racconta: "questa è gente tosta e coraggiosa. Ma purtroppo anche disperata. Dunque, io sono qui per portare la mia ammirazione e anche la mia solidarietà. Ho trovato - aggiunge - grande tristezza ma anche speranza. Avevo detto che sarei venuta e sono molto contenta di averlo fatto". Ma Carla Bruni, da italiana qual è - e lo dice ai giornalisti che glielo domandano: "mi sento sempre italiana, non solo oggi, e anche francese" - sa bene però che nel nostro Paese i disastri li ricordano tutti quando succedono e nessuno quando bisogna prevenirli o risolverli. Per questo annuncia che non abbandonerà gli aquilani. "Tornerò, da sola, anche quando sarà finito il vertice", promette guardando negli occhi chi le dona un centrotavola ad uncinetto e un mazzo di girasoli. Anche a Coppito, la premiere dame trova il modo di evitare i potenti e concentrarsi sui comuni mortali. E si entusiasma almeno due volte: prima guardando il video che documenta l'intervento dei vigili del fuoco per imbracare "la cupole" della chiesa, tanto da farselo regalare; poi ammirando il lavoro delle donne impegnate al tombolo e l'abito di Elenora di Toledo, moglie di Cosimo dei Medici. "Bellissimo, la donna che lo indossava non doveva essere così bassa" commenta con occhio esperto. Ma stavolta nessuno le regala l'abito. E ai camerieri impegnati nell'area catering riservata ai delegati e provati da tre giorni di assalti all'arma bianca, madame Sarkozy lascia un autografo: "Carla B.S.'. Un pò poco, a dire il vero, per una come lei. Ma quando i giornalisti francesi le chiedono cosa ne pensi di "certa stampa vicina a Berlusconi" che l'ha accusata di "cafonaggine" per aver snobbato il programma delle first lady, lei risponde tranquilla: "non mi curo di quello che dice la stampa". Potenza del fascino, appunto. Un pò snob.

Via|unionesarda.ilsole24ore.com

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Ho ricevuto complimenti da tutti per il G8




Il G8 è stato un successo. Silvio Berlusconi si gode i risultati positivi del vertice. Quello più importante '' è aver dato un messaggio di fiducia e di speranza'' contro la crisi, sottolinea nella conferenza stampa finale affermando che il G14 sarà il foro che "in futuro avrà maggiormente la possibilità di prendere decisioni importanti".


C'è stata ''identità di vedute'' su un ''nuovo codice'' di regole per l'economia mondiale basato su tre pincipi: ''la sacralità del diritto di proprietà, il valore dell'etica e della morale e la trasparenza'', ha detto ancora il premier il quale ha spiegato che nel nuovo secolo ''l'economia non è più nazionale ma globale'' e quindi ci vuole un altro modello. Quanto alla decisione di "aumentare da 15 a 20 miliardi di dollari in tre anni" i fondi destinati alla sicurezza alimentare è "un fatto concreto, importante e significativo".

''C'è stata l'unanimità sui temi di politica internazionale. Siamo convinti che non si possa assolutamente permettere che l'Iran si doti di armi nucleari'', Il presidente del Consiglio ribadisce che bisogna avviare un dialogo forte con l'Iran e ''i tempi del dialogo non possono essere troppo estesi''.

E se si parla di politica estera il pensiero non puo' non andare alle strette di mano tra il presidente statunitense Barack Obama e il leader libico Muammar Gheddafi. Berlusconi nega che ci sia stata la sua regia nell'avvicinare i posti a tavola dei due nella cena di ieri sera offerta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano: "I posti sono stati assegnati dal cerimoniale della presidenza della Repubblica" e se ci sono stati eventuali cambiamenti non sono stati "da parte mia". Il premier passa quindi ad elogiare sia Obama che il colonnello.

''Obama ha stupito tutti, perche' nonostante non abbia una lunga vita politica alle spalle ha dimostrato e sta dimostrando grande buon senso, acutezza e capacita' di relazioni encomiabile. Devo riconoscere con gioia che la nuova amministrazione da quando si è insediata non ha sbagliato un passaggio. Complimenti''.

Spazio quindi ad una nota di carattere personale. "Ho avuto un rapporto molto cordiale con il presidente Obama. Ieri sera eravamo vicini a cena , ci siamo parlati. Lui mi ha raccontato cose della sua vita privata , io gli ho parlarto della mia. Si e' aperto un discorso" con calore, "simpatia" e "spero che cio' possa sfociare in un'amicizia". Quanto a Gheddafi, il presidente del Consiglio torna ad apprezzare il 'new deal' libico e ribadisce l'importanza del recente accordo con Tripoli, con la chiusura del contenzioso coloniale e plaude all'intervento del colonnello che avrebbe allargato il discorso agli altri Paesi ex colonialisti, invitandoli a chiudere quella pagina di storia, sulla falsariga di quanto fatto da Italia e Libia.

Insomma un bilancio positivo, confermato dai "complimenti, alcuni addirittura imbarazzanti", ricevuti, rivendica il premier "da parte di tutti i partecipanti" al G8. E c'è chi, forte di una lunga esperienza di summit, ha assicurato "che è stato il migliore". Parole unite al ringraziamento al sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso e alla Guardia di Finanza per aver reso "confortevole una struttura così spartana".

E la soddisfazione per la riuscita del vertice internazionale si unisce a quella per aver accesso le luci sulla tragedia del terremoto vissuta dalla popolazione abruzzese. Berlusconi ne approfitta per indicare nuovamente l'agenda della ricostruzione: innanzi tutto annuncia che sta "cercando una casa ad agosto all'Aquila per dirigere i lavori" perché i cittadini che ora si trovano nelle tendopoli possano entro l'autunno essere trasferiti nei nuovi alloggi in fase di realizzazione. Certo, i tempi per la ricostruzione dell'Aquila ''non si possono contare in mesi, ma purtroppo in anni. Ma abbiamo preso l'impegno di ricostruire L'Aquila piu' bella di prima e lo manterremo, certamente entro la legislatura''.

E se si parla di legislatura, subito il discorso si sposta inevitabilmente sulle questioni di politica interna. "Io non ho goduto di nulla, la situazione e' solo tornata nella normalita', non ho fatto nessun attacco alla stampa, e' la stampa che ha attaccato a me e io qualche volta ho dato qualche risposta", dice il presidente del Consiglio riferendosi alla cessazione delle polemiche durante i giorni del G8. E non risparmia dure critiche all'opposizione: il clima politico, dice, potra' migliorare "se cambiera' l'opposizione, che ha superato qualsiasi livello di civilta', con gli attacchi che i principali protagonisti dell'opposizione hanno portato e continuano a portare al presidente del Consiglio e al suo Governo".

via|adnkronos.com

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Arriva l'Ebola dopo l'influenza suina



In un futuro non troppo lontano, per spaventare i bambini, le mamme potrebbe non usare più streghe, babau o uomini neri, ma i maiali.

Dopo l' influenza suina (od influenza A) i rosei, grufolanti mammiferi potrebbero essere portatori di un nuovo pericolo per la salute umana.

Gli epidemiologi ritengono che il virus Ebola-Reston, che sta facendo strage dei suini nelle Filippine, possa mutare e diventare pericoloso per l' uomo.

I medici hanno sottoposto ad accertamenti 141 persone potenzialmente infette: in 6 di loro sono stati riscontrati anticorpi del virus, il che significa che potrebbero essere stati infettati dai maiali in qualche momento.

La FAO, l' OMS ed altre organizzazioni sanitarie hanno già inviato sul posto esperti per ulteriori verifiche.

Intanto, le autorità sanitarie in Italia confermano altri 6 casi di contagio del virus H1N1, il che porta il numero totale dei casi a 186 dal 24 aprile ad oggi.

via|newsfood.com

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Arriva la nuova fiction di Greggio e Iacchetti.



Negli anni Settanta Roger Moore e Tony Curtis impersonarono una coppia di avventurieri distinti e snob, alle prese con avventure dal sapore poliziesco, belle donne e tipico umorismo inglese. Il telefilm si intitolava Attenti a quei due, in Italia fu trasmesso negli anni '80 ed ebbe un successo breve ma intenso. Infatti terminò improvvisamente dopo il flop registrato presso il pubblico americano. Ora quella formula viene ripresa in Occhio a quei due, nuova fiction che coniuga indagini e umorismo. Protagonisti sono Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio.
Prima "Benedetti" poi piedipiatti - La storica coppia di conduttori di Striscia la Notizia è nuovamente impegnata sul set. Era già successo nel 2004 con Benedetti dal Signore. Occhio a quei due omaggia apertamente alla commedia all'italiana, anche se le storie restano fondamentalmente dei gialli. Iacchetti interpreta Beppe Di Natale, poliziotto noto per la sua pignoleria e la timidezza. Greggio è Edo Marchini, tutto l'opposto di Di Natale: guascone, irruento, con la pistola facile. I due si ritrovano a indagare sullo stesso caso e decidono di fare coppia, scoprendo di essere pure innamorati della stessa donna, Carla (interpretata da Antonia Liskova).

Un "pilota" ambizioso - La prima, lunga puntata di Occhio a quei due è stata girata come episodio a sé stante. Il motivo è molto semplice: farà da "pilota" per l'eventuale serie che seguirà. In precedenza questo tipo di scelta non ha pagato: la sitcom Medici Miei è stata chiusa dopo breve tempo. Greggio e Iacchetti, presenti al Roma Fiction Fest per presentare la loro nuova fatica, si sono detti ottimisti e hanno confermato l'entusiasmo dei vertici Mediaset che per primi hanno visionato il girato.

Via|tiscali.it

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Altro colpo del Real: Arriva D'Agostino





Gaetano D'Agostino è a un passo dal diventare uno nuovo Galactico del Real Madrid. Lo rivela 'Marca', che riprende una notizia pubblicata dal sito on-line eleconomista. es. Secondo il quotidiano spagnolo, dopo i tentativi per Xabi Alonso del Liverpool e Daniele De Rossi della Roma (obiettivo definitivamente sfumato) ora il club di Florentino Perez sta puntando forte su D'Agostino. Sfumata la possibilità di vestire la maglia della Juventus, come egli stesso avrebbe desiderato, per il playmaker siciliano dell'Udinese potrebbero spalancarsi le porte della squadra protagonista assoluta del calciomercato estivo.

TRATTATIVA AVANZATA - Il Real, scrive 'Marca', avrebbe già contattato l'Udinese e la trattativa sarebbe in una fase piuttosto avanzata. Il club blanco, tuttavia, porterà avanti un'ultima offensiva col Liverpool per assicurarsi Xabi Alonso, prima di puntare definitivamente sul regista dei bianconeri friulani. Ieri il tecnico dei Reds Rafa Benitez ha ribadito la sua contrarietà alla vendita del giocatore spagnolo. Vista la netta e analoga chiusura della Roma per De Rossi ecco che l'ipotesi D'Agostino appare realistica. Un'altra conferma arriva da "caffebronzetti. com", il blog del consulente di mercato Ernesto Bronzetti che dice che " la trattativa potrebbe chiudersi già oggi".

UDINESE CONFERMA - La trattativa per portare Gaetano D'Agostino al Real Madrid, di cui parla il quotidiano spagnolo Marca, è confermata dal patron dell'Udinese, Giampaolo Pozzo. "Ci sono trattative in corso, nei prossimi giorni sono in programma altri incontri. Il giocatore, comunque, vale 25 milioni di euro, come per la Juve".

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Muore un giovane incornato dai tori a Pamplona




SI TORNA A MORIRE Dopo 6 anni, la corsa dei tori di Pamplona torna ad essere quello che molti tendono a dimenticare lasciandosi trascinare dall'atmosfera di festa e fascino: un gioco mortale. È infatti deceduto stamattina all'Ospedale di Navarra uno dei quattro corridori incornati durante il quarto encierro dei Sanfermines 2009. Per lui fatale un colpo ricevuto alla clavicola, che gli ha provocato una gravissima emorragia al collo (il corno ha reciso arteria aorta e vena cava) e gli ha perforato un polmone. Soccorso immediatamente, è stato necessario praticargli un massaggio cardiaco, ma le sue condizioni sono state subito definite gravissime. Giunto in ospedale in stato critico, è stato immediatamente messo sotto i ferri per ridurre le lesioni, ma al termine dell'operazione è stato dichiarato morto. Il ragazzo aveva 27 anni, si chiamava Daniel Jimeno Romero ed era originario della comunità di Madrid. Lo hanno identificato la mamma e la fidanzata, giunte all'ospedale dopo aver sentito il sindaco di Pamplona annunciare che il ragazzo aveva al dito un anello con la scritta «Cris, 23 de noviembre».

I PRECEDENTI La vittima di oggi è ufficialmente la quindicesima nella storia degli encierros pamplonesi, anche se ancora è aperto il dibattito sul primo caduto di questa manifestazione: secondo la statistica il primo morto si ha nel 1924, anche se recenti indagini storiche hanno mostrato come la prima vittima fosse un 21enne ferito nel 1910 e morto poi nel 1911 in seguito a una tubercolosi sorta come complicazione delle ferite ricevute nella corsa. Era comunque dal 2003 che non si registrava una morte durante uno degli encierros di San Firmino. Allora la vittima era stata un pamplonese 63enne, Fermin Etxeberria Irañeta, che dopo aver subito un forte trauma cranico rimase in coma per oltre due mesi, morendo il 24 settembre. Il precedente più significativo risale però al 1995, data dell'ultimo morto incornato. Quell'anno fu il 22enne statunitense Matthew Peter Tasio a venire centrato in pieno dal toro Castellano in Plaza del Ayuntamiento e a morire per un'incornata nell'addome che recise l'aorta e gli fece perdere il 90% del sangue.

BILANCIO TRAGICO Oltre al ragazzo morto, il bilancio del quarto encierro è sicuramente pesante. Altri tre incornati (uno all'addome nel tratto di Mercaderes e due alla coscia nella curva Telefonica) e 6 traumatizzati gravi, con fratture e contusioni serie. Un bollettino di guerra che - come oggi polemizza qualcuno sui forum - tapperà la bocca a quanti si erano lamentati ieri per i pochi pericoli occorsi durante le prime tre corse dei Sanfermines 2009.

TUTTO PER UN «CAPUCHINO» Protagonista e carnefice di tutte le incornate e di gran parte del panico diffuso durante la corsa, è stato un toro "colorado" (marrone) di nome Capuchino. Numero 106 marchiato sul fianco, 515 kg di peso, Capuchino era uno dei due tori più leggeri della mandria dell'allevamento andaluso di Jandilla impegnata oggi nell'encierro. Partito nelle ultime posizioni, Capuchino ha superato tutti i suoi simili e anche i manzi che stavano facendo l'andatura e già al termine del primo tratto - la salita di Santo Domingo - aveva già colpito in maniera lieve due corridori: a uno un corno aveva strappato la maglietta all'altezza della spalla; l'altro era stato letteralmente ribaltato da una testata. All'ingresso della Plaza del Ayuntamiento un nuovo scontro: Capuchino arriva a grande velocità e travolge tre corridori, andando a sbattere contro la staccionata esterna della curva. Le telecamere mostrano il toro che si accanisce contro due ragazzi, ma il pubblico copre la visuale e inizialmente si presume che Daniel, la vittima, fosse tra questi. Mentre la mandria prosegue in fila indiana, per la gioia dei corridori che possono compiere corse spettacolari, Capuchino fa storia a sé. Staccato dagli altri, nervoso, corre in solitaria. Dopo l'Ayuntamiento infila calle Mercaderes e qui centra un ragazzo vestito di nero e con i capelli lunghi che probabilmente non aveva contato i tori già passati e si era dimenticato dell'ultimo: mentre attraversa la strada, Capuchino lo centra all'addome, incornandolo e proseguendo poi sull'Estafeta. Qui, il toro sembra ritrovare un equilibrio e corre in maniera pulita per tutto il lungo rettilineo, fino alla curva Telefonica. Qui, esattamente come all'Ayuntamiento, la curva a sinistra non è a 90° ma Capuchino va comunque a sbattere contro alcune persone poste accanto alla staccionata esterna. È qui, secondo quanto spiegato dalle autorità a decesso annunciato, che Daniel viene ferito a morte. Capuchino perde l'orientamento, si gira, diventa aggressivo per difendersi, carica da entrambi i lati della strada. Voltato perpendicolarmente alla via, vede nelle staccionate dei limiti e si irrita. Prima punta un ragazzo con la maglia verde, lo incorna ad una coscia e lo getta in mezzo alla strada, cercando di incornarlo di nuovo. Poi, dopo che i pastores lo hanno distratto, si avvia verso l'arena. Ma proprio mentre sembra essersi convinto ad avanzare, un ragazzo passa dietro di lui colpendolo con una pacca sul posteriore. Capuchino si gira di nuovo e carica un'altra volta, colpendo a una coscia anche un altro ragazzo aggrappato alle protezioni. Poi, con grande fatica, i pastori riescono a condurlo nella Plaza de Toros.


Via|ilgiornale.it

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25 morti in un attentato in Afghanistan

giovedì 9 luglio 2009




L'esplosione di un camion imbottito di esplosivo ha ucciso 25 persone a sud di Kabul. Fra le vittime ci sono numerosi studenti. L'attentato, rivendicato dai talebani, e' avvenuto nel distretto di Mohammad Agha della provincia del Logar. Nella notte un camion si e' rovesciato mettendosi di traverso sulla strada e quando all'alba la gente ha cercato di spostarlo, e' esploso. Un numero imprecisato di persone e' rimasto ferito.

via|ansa.it

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Diego entusiasta di giocare con Del Piero




Primo assaggio di Diego per i tifosi della Juventus: il fantasista brasiliano arrivato dal Werder Bremen è stato presentato a Pinzolo e ha subito reso omaggio al capitano bianconero Alessandro Del Piero.

Con il genio
"Ho il privilegio di giocare con un genio, il genio di Del Piero. Io lui insieme non saremo un problema ma la soluzione - ha detto il 24enne che si è dovuto 'accontentare' della maglia numero 28 - 2+8 - e che con Del Piero dividerà anche i calci piazzati -. Non è importante chi calcia le punizioni, questo è solo un dettaglio, l'importante è che ci sia l'imbarazzo della scelta".

Nessuna esitazione
Cresciuto nel Santos che fu di Pelè e arrivato giovanissimo in Europa quando fu acquistato dal Porto FC nel 2004, Diego si è imposto solo dopo il trasferimento al Werder. Adesso è pronto a dare l’assalto all’Europa dopo quello che considera un ulteriore passo avanti nella sua carriera. "Non ho avuto esitazioni quando si è trattato di scegliere. La Juve mi seguiva da tempo, e questo ha influito”.

Dietro alle punte
Nella nuova Juve di Ciro Ferrara dovrebbe giocare dietro a due attaccanti. Almeno questo è il ruolo che predilige: "Il mio ruolo ideale è al centro, appena dietro agli attaccanti. E` lì che ho giocato negli ultimi anni". La Juventus sta lavorando per piazzargli alle spalle il connazionale Felipe Melo, ma intanto si coccola Diego. “Con lui e Cannavaro la Juventus ha fatto due acquisti di grande valore ed esperienza ha detto Mohamed Sissoko -. Giocatori che hanno dimostrato il loro valore già nelle squadre dove giocavano. Siamo lì, pronti a giocarcela con Inter e Milan. Siamo forti e vogliamo dimostralo sul campo”.

via|it.uefa.com

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Eco Smart - L'antenna radio a energia solare




Un pannello fotovoltaico di silicio amorfo, a film sottile, che avvolge le stazioni radio per i telefoni cellulari rendendole energeticamente autonome. Le stazioni radio sono quelle centinaia di centrali di smistamento distribuite sul territorio che permettono ai telefoni cellulari di connettersi alla rete, e quindi di funzionare. Il primo tentativo di sperimentare la tecnologia fotovoltaica su questo tipo di struttura parte da Coppito, frazione dell'Aquila, dove è in corso il G-8, ed è targato Ericsson e Telecom Italia. Se il risultato sarà positivo l'idea potrebbe essere estesa ad altri siti radio mobili di Telecom. La tecnologia fotovoltaica «può arrivare alla copertura del 100% del fabbisogno energetico del sito», spiega Ericsson. Il contributo dipende dall'estensione dell'antenna. Quelle più grandi riescono a diventare autonome.

«Utilizziamo già le energie alternative per alimentare un migliaio di stazioni radio nei Paesi in via di sviluppo» spiega Ericsson. Paesi dove la rete telefonica mobile trova un'importante adozione in sostitutizione di quella fissa, e dove non c'è connessione alla rete elettrica, la produzione energetica avviene sul posto. Generalmente con dei generatori alimentati con il diesel. Il fotovoltaico garantisce la produzione sul luogo portando un risparmio notevole, con un ritorno dell'investimento calcolabile in 2-3 anni. Gli impianti vengono sviluppati nel terreno (abbonante) limitrofo alle antenne. Cosa molto più difficile, se non impossibile, in Italia e in Europa. La novità di Eco Smart (questo il nome del progetto) è lo sviluppo in verticale del pannello, che avvolge l'antenna. Grazie agli incentivi del Conto energia fotovoltaico il ritorno dell'investimento è calcolabile in 7-8 anni.

via|ilsole24ore.com

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Google lancia la sfida a Microsoft

Google che sviluppa un sistema operativo... A pensarci bene non era una cosa così inaspettata. Il browser Chrome (non a caso, con il senno di poi) offre già alcune funzioni tipiche di una piattaforma che intende funzionare da sola: può visualizzare i processi attivi nel sistema e ogni scheda o finestra aperta occupa uno spazio di memoria tutto suo. Tecnologie che prima d'ora erano prerogativa dei sistemi operativi. Insomma, Google non ha lanciato l'amo annunciando Google Chrome Operating System, ma ha solo concretizzato pubblicamente un percorso che stava da tempo seguendo internamente. E persegue il suo scopo approcciando i dispositivi che meglio si prestano a un'impostazione tutta legata a Internet.

I netbook, croce e delizia di Windows, che finora si è adattato a questo genere di apparecchi con la release XP, rispolverata anche per non concedere troppo terreno a Linux. Vista è già una palla al piede per i notebook, figurarsi per i Pc bonsai, e Seven arriverà solo tra qualche mese. Forse non abbastanza in tempo per rovinare i piani di Google, che ha scelto proprio una base open source per strutturare il suo sistema operativo.



Questa scelta è destinata a rinfocolare la singolar tenzone tra Windows e Linux. Ma sarà la volta buona per il Pinguino? Potrebbe essere, ma deve prima aggiustare e perfezionare alcuni aspetti che non sono di secondiaria importanza per gli utenti non esperti. In linea generale, la piattaforma open source non è ancora adatta ad approcciare il grande pubblico. Si potrebbe dire che deve diventare un sistema operativo per tutti. Per esempio, se le periferiche non sono riconosciute e configurate in automatico, il metodo per farle funzionare è un po' troppo complesso per chiunque non si sia mai cimentato con i comandi della shell o con l'installazione "a basso livello" dei driver. A Microsoft va reso il merito di avere semplificato gran parte di queste operazioni di manutenzione puntando fin da subito sulle procedure guidate che sottraggono gli utenti dall'obbligo di avere a che fare con pannelli e menu troppo tecnici.
Rendere banale e alla portata di tutti qualsiasi tipo di operazione avvenga nel computer è un obiettivo che Linux, ma non solo, deve perseguire e raggiungere nel più breve tempo possibile. Nemmeno Mac OS X si può fregiare di questo risultato; ne sia un esempio il fatto che non tutti i modem Usb per navigare con il cellulare sono riconosciuti dal sistema operativo di Apple.

Ma non è solo una questione di driver, risolvibile con un po' di impegno. Nonostante ci siano validissime alternative gratuite e open source, in Linux mancano molte delle applicazioni con cui ci siamo abituati a lavorare. Tutto va sempre letto nell'ottica del grande pubblico, quello che usa il computer senza porsi troppe domande, così come userebbe un elettrodomestico o una Tv, e vuole che tutto operi in modo indolore. Questa categoria di utenti avrebbe bisogno di una piattaforma che assicuri una transazione non traumatica da Windows a Linux. I netbook lo hanno già dimostrato: per quanto valida, la piattaforma del pinguino non è ancora riuscita a conquistare il pubblico di massa perché ancora troppo legata a un mondo di appassionati. Deve affrancarsi da questo retaggio. Google ha l'opportunità di dare veramente fastidio a Microsoft non tanto perché produrrà un sistema operativo, ma piuttosto per le capacità del colosso di Mountain View di aggregare un ecosistema di aziende e sviluppatori. Questa potrebbe rivelarsi la vera spinta innovativa per aiutare a superare l'attuale frammentazione che contraddistingue le distribuzioni di Linux. Google è l'occasione per dare omogeneità a un mondo troppo variegato e fare in modo che le software house inizino a considerare come un corpo solo la piattaforma open source. E questo sarebbe davvero un problema per Microsoft.

Via| ilsole24ore.com

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