I netbook, croce e delizia di Windows, che finora si è adattato a questo genere di apparecchi con la release XP, rispolverata anche per non concedere troppo terreno a Linux. Vista è già una palla al piede per i notebook, figurarsi per i Pc bonsai, e Seven arriverà solo tra qualche mese. Forse non abbastanza in tempo per rovinare i piani di Google, che ha scelto proprio una base open source per strutturare il suo sistema operativo.

Questa scelta è destinata a rinfocolare la singolar tenzone tra Windows e Linux. Ma sarà la volta buona per il Pinguino? Potrebbe essere, ma deve prima aggiustare e perfezionare alcuni aspetti che non sono di secondiaria importanza per gli utenti non esperti. In linea generale, la piattaforma open source non è ancora adatta ad approcciare il grande pubblico. Si potrebbe dire che deve diventare un sistema operativo per tutti. Per esempio, se le periferiche non sono riconosciute e configurate in automatico, il metodo per farle funzionare è un po' troppo complesso per chiunque non si sia mai cimentato con i comandi della shell o con l'installazione "a basso livello" dei driver. A Microsoft va reso il merito di avere semplificato gran parte di queste operazioni di manutenzione puntando fin da subito sulle procedure guidate che sottraggono gli utenti dall'obbligo di avere a che fare con pannelli e menu troppo tecnici.
Rendere banale e alla portata di tutti qualsiasi tipo di operazione avvenga nel computer è un obiettivo che Linux, ma non solo, deve perseguire e raggiungere nel più breve tempo possibile. Nemmeno Mac OS X si può fregiare di questo risultato; ne sia un esempio il fatto che non tutti i modem Usb per navigare con il cellulare sono riconosciuti dal sistema operativo di Apple.
Ma non è solo una questione di driver, risolvibile con un po' di impegno. Nonostante ci siano validissime alternative gratuite e open source, in Linux mancano molte delle applicazioni con cui ci siamo abituati a lavorare. Tutto va sempre letto nell'ottica del grande pubblico, quello che usa il computer senza porsi troppe domande, così come userebbe un elettrodomestico o una Tv, e vuole che tutto operi in modo indolore. Questa categoria di utenti avrebbe bisogno di una piattaforma che assicuri una transazione non traumatica da Windows a Linux. I netbook lo hanno già dimostrato: per quanto valida, la piattaforma del pinguino non è ancora riuscita a conquistare il pubblico di massa perché ancora troppo legata a un mondo di appassionati. Deve affrancarsi da questo retaggio. Google ha l'opportunità di dare veramente fastidio a Microsoft non tanto perché produrrà un sistema operativo, ma piuttosto per le capacità del colosso di Mountain View di aggregare un ecosistema di aziende e sviluppatori. Questa potrebbe rivelarsi la vera spinta innovativa per aiutare a superare l'attuale frammentazione che contraddistingue le distribuzioni di Linux. Google è l'occasione per dare omogeneità a un mondo troppo variegato e fare in modo che le software house inizino a considerare come un corpo solo la piattaforma open source. E questo sarebbe davvero un problema per Microsoft.
Via| ilsole24ore.com
Labels: tecnologia
0 commenti:
Posta un commento